Storia di una capinera - Wikipedia. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Storia di una capinera . Il 2. 5 novembre 1. Catania, Verga spedisce il romanzo a Francesco Dall'Ongaro, il quale ne rimase soddisfatto al punto da riuscire a farlo pubblicare dall'editore Lampugnani nella sua sede di Milano. L'episodio risale all'estate 1.
Catania, la famiglia Verga si rifugia a Tebidi, una localit. Verga, all'epoca quindicenne, si innamora di Rosalia, giovane educanda del monastero di San Sebastiano (Vizzini), dove . A causa dell'epidemia di colera, che nel 1. Della famiglia fanno parte il padre, con la sua seconda moglie (Maria, in una delle prime lettere, parla della difficolt. A Monte Ilice, Maria incomincia un lungo scambio epistolare con Marianna, anche lei educanda del convento, nonch. Monte Ilice rappresenta tutto l'opposto dell'ambiente claustrale da lei conosciuto: al grigiore dei . Allo straordinario senso di libert. In quest'atmosfera solare, la sola ombra che offusca il cuore di Maria . Conosce anche il figlio maggiore, Antonio, che tutti chiamano Nino. Nei giorni trascorsi insieme, nelle feste famigliari, nei balli e nelle trafelate corse che coinvolgono i figli delle due rispettive famiglie, Maria e Nino hanno l'occasione di avvicinarsi, insinuando via via nel cuore della giovane educanda un sentimento del tutto nuovo per lei: l'amore. Essendone completamente estranea, Maria scambia il sentimento per una strana e pesante malinconia, che non sa spiegarsi e che adduce ad una probabile malattia. Grazie all'esame introspettivo a cui la spinge la corrispondente Marianna, Maria riesce finalmente a svelare la natura del proprio malessere, ma questo la spaventa ancor di pi. La situazione peggiora quando Nino le fa capire di ricambiare gli stessi sentimenti d'amore e la invita a lasciare il convento. Il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere. Esaltata e allo stesso tempo stordita dalla rivelazione, Maria cade subito in un nuovo stato depressivo quando la matrigna (che temeva in un suo ripensamento circa il ritorno in convento al termine dell'epidemia), vedendo in lei profondi cambiamenti nel giro di pochi giorni, le parla con franchezza e le ribadisce la necessit. Per renderle le cose pi. Cualquier cambio de nombre debe consensuarse en la p Il profondo stato depressivo in cui cade l'educanda diventa vera e propria malattia delirante che fa temere addirittura per la sua vita. Cessato l'allarme dell'epidemia la famiglia Valentini decide di fare ritorno a Catania. La notte prima di partire Nino si presenta alla finestra di Maria per salutarla, ma la giovane, ancora in convalescenza e fortemente a disagio, cade in preda di un pesante attacco di tosse che le fa perdere i sensi. L'indomani mattina trover. Maria, non ancora del tutto guarita, acconsente al rientro con la morte nel cuore, sia perch. Dalle anguste mura del convento, seppur con minor frequenza rispetto a prima, Maria continua a scrivere all'amica Marianna, ora suo unico conforto. Le lettere vengono consegnate a suor Filomena, suora laica molto legata a Maria e per la quale si incaricava di recapitare la corrispondenza. L'isolamento del luogo conventuale, invece di darle serenit. Il corpo soffre, perch. Questi esercizi spirituali si intensificano ancor pi. Alla cerimonia (che lei paragona ad un funerale) assistono tutti i suoi famigliari, compreso un pallido Nino che la guarda . L'essere diventata suora a tutti gli effetti non produce alcun balsamo alle sue sofferenze: anzi, pi. Teme di impazzire e racconta a Marianna della presenza in convento di una suora pazza, suor Agata, che da quindici anni . Racconta anche di una macabra tradizione del convento, secondo la quale la cella dei matti non deve mai rimanere vuota. Da allora, ogni giorno e ogni notte si reca sul belvedere per scorgere Nino, magari . Saperlo a pochi passi dal convento esacerba tutti i suoi supplizi interiori, facendola impazzire. Il bisogno di vedere Nino le fa tentare di fuggire dal convento, ma viene trattenuta dalle converse e, mentre lei si dibatte, urla come una belva e lotta con tutta s. Viene portata quindi in infermeria dove, dopo tre giorni, muore. Il libro si chiude con la lettera che suor Filomena, la suora laica, scrive a Marianna e con la quale le fa pervenire (dietro espresso desiderio di Maria) gli effetti personali della defunta trovati sul suo letto di morte: un crocefisso d'argento, alcuni fogli manoscritti (le ultime lettere senza data che Maria scrisse in pieno delirio), una ciocca di capelli e alcuni petali di rosa, di quella stessa rosa che Nino le aveva appoggiato sul davanzale la notte prima della partenza da Monte Ilice, e che furono trovate sopra le labbra di Maria quando mor. Ma non osava ribellarsi, non osava tentare di rompere il fil di ferro che la teneva carcerata, la povera prigioniera. Eppure i suoi custodi, le volevano bene, cari bambini che si trastullavano col suo dolore e le pagavano la sua malinconia con miche di pane e con parole gentili. La povera capinera cercava rassegnarsi, la meschinella; non era cattiva; non voleva rimproverarli neanche col suo dolore, poich. Eppure il suo scodellino era pieno. ISBN 9- 7. 88. 88. Giovanni Verga, Storia di una capinera, Bedizzole, Eliosfera Editrice, 2. ISBN 9. 78- 8. 8- 9. Santino Spart. ISBN 8. Cenni biografici, Giovanni Verga, Storia di una capinera, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2. ISBN 9. 78- 8. 8- 0. Federico de Roberto, Casa Verga e altri saggi verghiani, a cura di Carmelo Musumarra, Firenze, 1. Silvia Iannello, Le immagini e le parole dei Malavoglia, Sovera Multimedia, 2. Corriere della Sera, 1. Giovanni Verga, Storia di una capinera, Newton Compton Editori, Roma, 1. Armin Arnold, Genius with a Dictionary: Reevaluating DH Lawrence's Translations, in Comparative Literature Studies 5, dicembre 1.
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January 2017
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